La tecnica del goal setting e le sue potenzialità ai tempi del Covid-19

Come ho sottolineato più volte, la psicologa dello sport può essere una valida alleata in questo momento così delicato: gli strumenti che offre, uniti alla disponibilità di tempo, possono supportare “a distanza” la preparazione degli sportivi.

Oggi voglio presentarvi un’ altra tecnica  molto efficace: il goal setting o formulazione degli obiettivi. Io uso moltissimo questo strumento con i miei atleti, soprattutto all’ inizio della stagione sportiva ma può essere una strategia efficace da usare anche in quarantena. Vi spiego brevemente come funziona per poi fare i dovuti approfondimenti.

Intanto, partiamo da questa domanda: Che cos’è un obiettivo? Possiamo definire un obiettivo “uno scopo, una meta, un  risultato che ci si propone di ottenere (www.garzantilinguistica.it)”. Solitamente ciò avviene attraverso il ricorso a strategie e individuando un intervallo temporale entro cui vorremmo che l’obiettivo si realizzi.  Il fattore tempo è importantissimo, ragione per cui occorre individuare e definire obiettivi a breve, medio e lungo termine.

In questo momento formulare obiettivi a medio e lungo termine è difficile perché di fatto in questa situazione di emergenza non sappiamo come ma soprattutto quando potremo ripartire. Ragione per cui, focalizzarsi su una pianificazione a breve termine è la strada migliore da perseguire, mantenendo comunque una attenzione al futuro e a ciò che è importante rimandare e magari rivedere. Infatti, agli atleti che hanno già lavorato sulla pianificazione su tutti e tre i livelli (breve, medio e lungo termine) suggerisco due cose: la prima è quella di mettere da parte il planning stagionale delle competizioni, che magari potrà tornare, anzi sicuramente sarà utile quando tutto ripartirà. E ovviamente quando sarà il momento questo documento dovrà essere rivisto, ridefinendo gli obiettivi prefissati.  

Ricordiamoci che una caratteristica fondamentale del goal setting è  la flessibilità: come di fatto è accaduto in queste settimane, con l’avvento della pandemia, raggiungere gli obiettivi stagionali prestabiliti diventa impossibile. E qui arriva il secondo suggerimento. Per non vanificare gli impegni di un’ intera stagione sportiva e non alimentare la percezione di impotenza e fallimento personale, è importante partire da questa domanda: “Quali sono gli obiettivi che posso raggiungere tenendo conto di questa situazione di blocco forzato?”

Gli obiettivi per gli atleti sono una vera e propria mappa: se le coordinate sono sbagliate e portano verso una meta irraggiungibile, non si arriva a destinazione. Ecco, una situazione di questo tipo non deve assolutamente verificarsi, per non alimentare negli sportivi, indipendentemente dal tipo di disciplina praticata, paure e preoccupazioni inutili, soprattutto ora che viviamo in questa condizione di disorientamento.

La domanda posta sopra “Quali sono gli obiettivi che posso raggiungere tenendo conto di questa situazione di blocco forzato?” è un valido interrogativo anche per chi si trova a cimentarsi per la prima volta con la pianificazione degli obiettivi. E’ importante partire da qui e darsi degli obiettivi giornalieri da rivedere alla fine di ogni settimana. Si tratta di un’importante strategia motivazionale che a sua volta genera soddisfazione e benessere.

Oltre al fattore tempo, affinché la tecnica del goal setting sia efficace è fondamentale che gli obiettivi:

  • vengano formulati in maniera chiara e precisa e che siano raggiungibili per l’atleta. Al contrario, obiettivi ambiziosi o mete troppo vaghe possono esporre l’atleta (e il suo staff) a insuccessi e frustrazioni.
  • Siano misurabili: ciò permette di analizzare nei dettagli il risultato ottenuto e di assegnargli un punteggio (ad esempio su una scala da zero a dieci) al fine di comprendere cosa ha funzionato e cosa, invece, sarà necessario andare a migliorare.
  • Siano espressi in positivo: le ricerche hanno evidenziato che, in alcuni casi, sia inefficace concentrarsi su obiettivi caratterizzati da frasi che contengono il “non” (es. non devo fare errori, non devo compiere movimento, non devo essere così rigido). Solitamente così facendo otteniamo l’esatto contrario di quello che vogliamo.

Ricordo infine che la tecnica del goal setting è molto più efficace se vede la partecipazione dell’allenatore.  La condivisione degli obiettivi tra atleta e istruttore è di fondamentale importanza, in questa condizione di allenamento a distanza lo è ancora di più, visto che si tratta di un strumento concreto, un valido supporto relazionale in questo momento di isolamento forzato.  

Buon lavoro e se necessitate di un approfondimento più individualizzato contattatemi info@eleonoraceccarellipsicologa.it

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Riferimenti Bibliografici:

Il ruolo dell’ allenatore ai tempi del Covid-19. Parola di istruttore! Intervista a Antonella Cerbai Istruttrice FISR

Il ruolo dell’allenatore è di fondamentale importanza e questo è profondamente vero anche ai tempi del covid-19.

Per un’atleta, il coach,  rappresenta un punto di riferimento, una guida da seguire anche durante questa quarantena. Restare in contatto con i propri atleti deve diventare l’obiettivo centrale di tutti gli allenatori. Soprattutto con gli adolescenti, il coach può essere l’interlocutore di riferimento con cui aprirsi e parlare delle proprie emozioni.

 

Per approfondire meglio questa connessione tra allenatori e atleti, ne ho parlato con Antonella Cerbai, istruttrice FISR- ASD Pattinaggio Calenzano (FI).

  • Cosa vuol dire essere allenatori a distanza?

“Cerco di tenere il più possibile i contatti con i miei atleti del gruppo agonismo e di tenerli attivi come posso; non sono molto social, ma con WhatsApp riesco a esserci e a fare molto con loro”.

  • Sono curiosa, in che modo li tieni attivi?

“Mando loro delle sfide, che non sono altro che obiettivi settimanali da raggiungere. Una finalità da perseguire è utile sempre, in questo momento poi ha anche una funzione rassicurante e motivante.  La prima sfida che ho mandato loro è stata quella, trattandosi di pattinaggio artistico, di interpretare il proprio disco di gara, con tanto di trucco e parrucco!.  In cantiere adesso hanno quella di scegliere un brano da interpretare tra 6 che ho inviato loro”.

  • Qual è l’atteggiamento degli atleti? Come percepiscono tutto questo?

“L’atteggiamento dei miei atleti per il momento è commovente reagiscono ad ogni stimolo con entusiasmo e partecipazione.

Sono consapevoli dello sforzo che devono fare per il bene di tutti e seguono le regole come sono abituati a fare….certo gli manca moltissimo poter calzare i pattini come a me del resto ma ci facciamo forza a vicenda!”

  • Ci sono differenze tra età?

“Io ho atleti agonisti compresi in una fascia di età tra i 7 e i 30 anni e devo dire che non c’è differenza nell’impegno che mettono nel rispondere ai miei stimoli….tutti spostano mobili per crearsi lo spazio, impegnando i padri nelle riprese dei video, si truccano e si preparano come fossero in gara, grandi e piccoli ugualmente”.

  • I genitori come percepiscono questa sospensione delle attività, cercano di mantenere un contatto?

“Sì,  i genitori sono presenti interagiscono e vivono questa sospensione esattamente come i loro figli. Io penso che quando ci rivedremo dentro la nostra amata pista di pattinaggio, sapremo trarre da questo brutto momento delle cose positive, ma prima di tutto ci uniremo in un abbraccio perché il contatto fisico e visivo è la cosa che sta mancando di più a tutti”.

 

Un grazie speciale a Antonella per questa sua testimonianza.

Restate connessi con i vostri atleti: l’allenatore è una risorsa preziosissima anche a distanza.

 

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